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LA “RICCHEZZA” DEL BIF&ST

Cominciamo col dare i numeri: 150 film di lungometraggio e 158 fra documentari e cortometraggi, per un totale di 308 titoli, 70 dei quali circa verranno replicati; 8 Lezioni di cinema; 8 incontri con i libri sul cinema e con gli attori e le attrici emergenti; 8 conferenze stampa multiple per i film del giorno; 2 convegni; 1 spettacolo teatral-musicale molto atteso, Epta, di Nicola Piovani; 2 laboratori con 10 seminari in 5 giorni; 1 mostra di strepitose fotografie della “rivelazione” Riccardo Ghilardi. Se non abbiamo calcolato male arriviamo a 407 diversi appuntamenti (196 dei quali a ingresso libero) negli 8 giorni di durata del Bif&st, dal 22 al 29 gennaio, in pieno inverno, ma a Bari, dove il clima è più mite che altrove. Troppo? Forse. Ma l’esperienza dello scorso gennaio – quando un numero impressionante di spettatori, paganti e non, ha letteralmente invaso a tutte le ore del giorno e della notte le 10 sale impegnate nel Bif&st 2010, e molti altri sono rimasti fuori nell’impossibilità di trovare un posto purchessia, anche in piedi – ci ha incoraggiati nella scelta di ampliare l’offerta di cinema e di discorsi sul cinema per un pubblico straordinariamente ricettivo, attento, fedele, esigente. E numerosissimo.

E’ stata questa la vera novità – di cui si parla molto negli altri festival italiani, e non solo italiani, e fra gli addetti ai lavori e fra i giornalisti – della prima edizione del Bif&st: aver fatto emergere, soddisfacendolo, un enorme bisogno di cinema, ampiamente diffuso fra le generazioni più giovani ma anche fra quelle, meno aduse a frequentare costantemente le sale, che tanto giovani non sono più. Abbiamo assistito nel 2010 ad un fenomeno – che riteniamo si ripeterà in questa seconda edizione del festival – che credevamo possibile solo a Berlino dove alcune migliaia di spettatori, soprattutto studenti, si accalcano ogni giorno, in pieno febbraio, in lunghe code dinanzi ai botteghini della Berlinale, a dispetto del freddo, della pioggia e spesso della neve. Ma Berlino è una città di quasi 3,5 milioni di abitanti, mentre Bari raggiunge appena i 320 mila abitanti. E dunque, in proporzione, il festival barese si trova a competere col festival berlinese in quanto a spettatori e a numero di titoli in programma, ma non certo sul piano finanziario, dato che la Berlinale costa almeno dieci volte più del Bif&st che a sua volta costa dieci volte meno del festival di Roma.

Forse è anche per questo che da più parti si è cominciato a parlare del Bif&st come del Sundance italiano, un festival americano molto prestigioso che si svolge, al freddo e al gelo dell’Utah, esattamente nelle stesse date del nostro. Con lo stesso obiettivo: mostrare ed esaltare il cinema indipendente americano come il Bif&st mostra ed esalta il cinema indipendente italiano ma che, come quello fondato da Robert Redford a Park City, si propone di ampliare gli orizzonti del pubblico guardando al resto del cinema indipendente mondiale. Compito che ci siamo prefissi da quest’anno, andando alla scoperta di novità (di qualità) provenienti da Paesi quali l’Olanda, l’Ungheria o la Bulgaria da dove giungono film sorprendenti che trovano la loro giusta collocazione nel Teatro Petruzzelli. Nella cui maestosa sala si vedranno anche opere molto attese di Paesi produttivamente forti, come gli Stati Uniti (con Morning Glory e Secretariat) o la Gran Bretagna (con il film inaugurale del Bif&st, quel Discorso del re già in corsa per molte nomination agli Oscar, con London Boulevard e con un meraviglioso film-documento dedicato a quel mostro sacro della Formula 1 che fu Ayrton Senna) o la Francia (con Vento di primavera) o la Germania (con l’ultimo film diretto da Margarethe von Trotta, La sorella). E l’Italia? E’ ben rappresentata lei pure con il film di Giuseppe Tornatore dedicato alla Titanus del grande produttore Goffredo Lombardo, L’ultimo gattopardo, e con un film indipendente, produttivamente poverissimo (costato solo 300 mila euro) ma interpretato da un grande cast del quale fanno parte Franco Nero e Claudia Cardinale, insieme al giovanissimo Andrea Fachinetti, figlio di Ornella Muti, diretti da Pasquale Squitieri che con Father torna ad occuparsi di mafia.

Ci sarebbe molto altro da dire ma crediamo che, più delle parole, contino le immagini dei tanti film in programma nelle sei sale del Multicinema Galleria, nel Teatro Kursaal che ospita 8 imperdibili Lezioni di Cinema e la più completa “personale” finora dedicata a Tornatore, nella Sala Giuseppina che mette in fila 32 “Percorsi di cinema” in compagnia di 33 fra i registi italiani più prestigiosi, e nel Cinema ABC interamente consacrato ai film prodotti da un nostro attivissimo concittadino, il barese Domenico Procacci. Tutto il resto: i migliori 16 film italiani dell’anno 2010, i migliori 16 documentari, i migliori 22 cortometraggi e tanto altro ancora è narrato nelle pagine di questo programma-catalogo, uno strumento che ci auguriamo risulti utile ai nostri spettatori affinché ciascuno possa crearsi il proprio percorso nella gran massa di titoli che fanno del Bif&st uno dei festival più ricchi del mondo (solo quanto a offerta di film) e al quale vi danno il loro più cordiale benvenuto Nichi Vendola, Silvia Godelli, Michele Emiliano, Oscar Iarussi; insieme a Ettore Scola, al sottoscritto e a quanti, con il loro lavoro, a Roma e a Bari, l’hanno reso possibile anche quest’anno. A tutti un grazie.

Felice Laudadio, direttore artistico