Martedì 25 è stato conferito a Fabrizio Gifuni il Premio Fellini 8 ½ per l’eccellenza artistica
Rigore, onestà intellettuale, dignità, consapevolezza del proprio ruolo e funzione. Sono tutte queste qualità vissute in prima persona e con grande passione a costituire il tratto caratteristico del lavoro di Fabrizio Gifuni, un attore completo e totale il cui talento, educazione e cultura offrono il senso di un lavoro unico, originale e desideroso tanto di sperimentare quanto di eccellere nella ricerca di storie e personaggi complessi.
Attore di cinema e di televisione, autore e regista teatrale capace di capitalizzare il proprio lavoro – svolto con eleganza e intelligenza davanti al grande pubblico in film e fiction di enorme successo – al fine di permettersi la libertà artistica e personale di portare in giro per l’Italia piccoli spettacoli dai vasti orizzonti culturali in cui sublimare le suggestioni delle parole di grandi del passato – Gadda e Pasolini per esempio – che Gifuni rilegge, rivive e racconta in un flusso ininterrotto di parole ed emozioni volte a interpretare, spiegare e – talora – perfino a celebrare il nostro presente, alla luce di un passato che non può e non deve essere dimenticato.
Fabrizio Gifuni, pur essendo nato e vissuto da sempre a Roma, è un pugliese orgoglioso delle proprie radici che affondano da quattro secoli in una terra come quella di Lucera, dove ha restaurato un’antica dimora con quell’amore e quella pignoleria per cui i suoi amici gli vogliono bene e lo prendono con grande affetto in giro.
In un certo senso il suo lavoro di artista assomiglia molto a quello dell’intellettuale eclettico che con attenzione e ironia guarda in maniera disincantata al nostro presente. Un atteggiamento che – oltre a eleggerlo, di fatto, come erede ideale di un grande come Gian Maria Volontè – ci fa guardare con attenzione e ammirazione al suo impegno nella società civile in un momento storico in cui è più facile piegarsi che reagire.
E’ quindi per il suo impegno coniugato ad un talento immaginifico e pronto sempre a raccontare storie che gli viene tributato l’onore di essere il più giovane recipiente del Premio Fellini Otto e Mezzo. Per la sua lungimirante caparbietà pugliese e la sua viva ironia coniugate all’irrefrenabile desiderio di difendere il diritto ad essere un sognatore.